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THE OTHERS Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 27 settembre 2001
 
di Alejandro Amenábar, con Nicole Kidman, Fionnula Flanagan, Christopher Eccleston, Alakina (Spagna - Stati Uniti, 2001)
 
Dio solo sa se abbiamo bisogno di essere sorpresi, nella banalità degli schemi di un mondo espressivamente omogeneizzato (anche perché ossessivamente finalizzato a fini economici) com'è diventato quello cinematografico - televisivo. Osanna, allora: ad una delle poche meraviglie (alla recente Mostra di Venezia, e già sui nostri schermi) come THE OTHERS, del giovane spagnolo, già circuito da Hollywood (il film è prodotto da Tom Cruise), Alejandro Amenabar.

Un film si costruisce su quella che usiamo chiamare una storia. E quella, più fantastica che horror, di THE OTHERS può anche non interessare più di tanto: in una casa vittoriana dell'isola di Jersey, durante la Seconda Guerra mondiale, una giovane, presunta vedova di guerra vive isolata con qualche domestico, a dire il vero piuttosto strambo; prendendosi cura di due figlioli affetti da fotofobia. Dalle nebbie del parco, dall'oscurità che regna nella casa per proteggere i bimbi dalla luce, li dilettano fantasmi più o meno immaginari; assieme ed altre, più adulte, significative rivisitazioni. Perché THE OTHERS non è tanto (o solo) una "ghost story", né tanto meno un film di volgari effettacci di spavento: al contrario, un raffinato viaggio in turbe semmai tutte interiori, durante il quale non verrà versata una sola goccia di sangue.

Ma un film vive anche, e soprattutto, di altre storie. Quella di THE OTHERS si chiama Nicole Kidman. Basta un istante, la prima apparizione: la sciabolata con la quale la splendida luce di Amenabar le accarezza i capelli, folgora il turchese magnetico di due occhi perduti nel candore abbagliante della pelle, insegue la superbia flessuosa di un corpo vestito d'insinuazioni fruscianti, di tinte a volte impeccabilmente stemperate, altre sensualmente saturate. Eccolo, allora, il film: uno di quegli incontri che il cinema ci ha talvolta offerto, fra lo sguardo di un regista e la sua attrice, fra l'occhio del creatore e l'oggetto della propria creatività. E dei propri desideri: perché Grace - pure cosi si chiama l'eroina del film - è la Grace Kelly di Hitchcock, la Ingrid Bergman di Rossellini, la Lauren Bacall di Hawks.

THE OTHERS si costruisce innanzitutto sulla passione, l'esaltazione prodotta da quel magnetismo. Che finisce per relativizzare le altre qualità della pellicola: come l'eleganza, la vibrazione sensuale della regia di Amenabar, la precisione ed il ritmo dei suoi movimenti di macchina, la scelta sempre ragionata delle inquadrature, delle angolazioni. E la preziosità dei rinvii, gotici, dark come si usa dire, a tutto un cinema, una letteratura del genere. O come il filo, forse più faticoso da cogliere, dei significati morali della pellicola. Quali sono i vivi, e quali i morti? Perché sono altri, i fantasmi che contano: quelli che gli individui si portano all'interno delle proprie coscienze. E sono i bambini a riconoscerli: nella loro innocenza, la loro possibilità di viaggiare nel sogno e nella fantasia, il loro istintivo concedersi al soprannaturale. Tutto all'opposto di quanto è maturato sotto la vernice spessa del dogmatismo religioso della loro generosa e sfortunata genitrice.


   Il film in Internet (Google)

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